Giovan Battista Ferrini (1601-1674)
Opere per clavicembalo
La conoscenza della musica italiana per tastiera del Seicento è concentrata sulle opere di pochi compositori che, in massima parte, ebbero ai loro tempi l’opportunità di dare alle stampe saggi della propria produzione. Sfugge tuttavia al bilancio storiografico complessivo della musica tastieristica di quell’epoca la produzione di molti musicisti la cui notorietà è attestata da varie fonti seicentesche (letterarie, teoriche o musicali) ma che non affidarono alcuna loro opera alle stampe, lasciando al più qualche fugace, e non sempre indicativo, saggio della loro arte nelle pagine manoscritte delle cosiddette ‘intavolature’ cembalo-organistiche. Esemplifica molto bene questo assunto la figura del musicista romano Giovan Battista Ferrini (ca. 1601-1674). Meglio noto ai suoi tempi come «Giovan Battista della spinetta», Ferrini può senza alcun dubbio essere considerato fra i più interessanti compositori italiani di musica per tastiera della generazione incuneata all’incirca fra quella di Frescobaldi e quella di Bernardo Pasquini. A provarlo bastano le menzioni che di lui fanno, in termini elogiativi, alcuni importanti teorici musicali, come il compositore Romano Micheli, il celebre gesuita Athanasius Kircher nella Musurgia universalis e Giuseppe Ottavio Pitoni nella Guida armonica.