Niccolò Paganini (1782-1840)
24 Capricci opus I
«L’elettricismo che provo nel trattare la magica armonia […]» così scrive Paganini il 15 gennaio 1832 in una lettera all’amico Luigi Guglielmo Germi; nessuna definizione potrebbe spiegare meglio il temperamento musicale paganiniano.Queste le parole di Schubert dopo un concerto tenuto da Paganini: «ho udito la voce di un angelo»; e quelle di Liszt: «quanta passione quante sofferenze in quelle 4 corde […]». La presente incisione dei Capricci in una versione inedita, cioè utilizzando strumento, arco e corde antichi, incoraggia ad immaginare le sonorità al tempo di Paganini. Il timbro di uno strumento antico, un archetto diverso, e soprattutto le corde di minugia, cioè budella di ovini tagliate a strisce e ritorte, simili ad un nervo che vibra, davano vita a un suono che si dilatava in sale da concerto di legno, immense casse armoniche naturali.