Giovanni Battista Martini
Requiem - Missa Solemnis
La fama di P. Giovan Battista Martini è ancor oggi circoscritta per lo più al teorico e allo storico della musica, al collezionista appassionato e al didatta. Le ricerche dei musicologi e l’interesse degli esecutori si sono incentrate poco e in modo discontinuo sulla figura del compositore di musica vocale sacra e profana, soffermandosi in qualche incursione occasionale nel campo strumentale. Al contrario di quanto a tutt’oggi si possa pensare, la produzione musicale del frate francescano, conservatasi in massima parte manoscritta, appare vasta, variegata e distribuita equamente in più settori che vanno dal mottetto solistico, al concerto strumentale, fino alle musiche per le rappresentazioni teatrali. Ci troviamo davanti a un compositore del settecento italiano perfettamente inserito nella vita musicale del suo tempo, a un maestro di cappella attento alle esigenze del servizio liturgico, ad un organista che si dedicò con cosciente scrupolo al suo strumento. Padre Martini, infatti, ci ha lasciato un numero impressionante di composizioni per organo raccolte quasi per intero in sei volumi manoscritti autografi custoditi presso il Civico Museo Bibliografico Musicale di Bologna che porta il suo nome. Le due Messe per organo (solenne e per i defunti) di P. Martini appartengono di diritto alla pratica liturgica dell’alternanza tra il coro e lo strumento. I versetti ivi presenti sono collegati al canto solo in virtù della parentela tonale: in essi non troviamo traccia del cantus firmus, all’infuori di qualcuno appartenente alla sequenza Dies irae che riecheggia vagamente il soggetto gregoriano.