Giovanni Meneghetti (1730-1794)
Concerti e Sonate
Inutilmente il musicofilo peregrinerebbe da un dizionario musicale all’altro nell’intento di leggere una seppur succinta “voce” dedicata a Giovanni Meneghetti. Figlio di Gaetano – direttore d’orchestra, organista e abilissimo violinista –, Giovanni viene unanimemente ricordato, come il padre, quale valente violinista, organista e direttore d’orchestra. Fra le sue opere i biografi concordano nel soffermarsi sulla cantata per l’Accademia Armonica di Vicenza. Gli elogi della musica (1757), su testo del nobile vicentino Giulio Tortosa e sulla Messa da requiem, che venne eseguita anche in occasione delle proprie esequie solenni, oltre ad altre musiche sacre: messe, oratori, mottetti. La scelta dell’Archicembalo Ensemble vuole tracciare un puntuale ritratto dello stile strumentale di Meneghetti, proponendo cinque dei sei concerti per violino e archi (il sesto manca delle parti di viola e basso, che richiederebbero una ricostruzione) custoditi presso il Fondo Malaspina dell’Archivio di Stato di Verona; le sonate per cembalo in si bemolle maggiore di proprietà della Biblioteca della Fondazione Ugo e Olga Levi di Venezia e in sol minore della Biblioteca civica Angelo Mai di Bergamo, e, sempre appartenente al fondo bergamasco, la Sonata in La per violino e basso continuo. I concerti sono concepiti secondo la comune logica strutturale dei tre movimenti: allegro-adagio-allegro, ereditata dalla tradizione vivaldiana e mantenuta in vita, seppur con una miriade di varianti ed eccezioni anche nel secolo successivo.