Paolo Cavallone (1975)
Confini
Nel panorama musicale contemporaneola figura di Paolo Cavallone rappresenta quella di un vero “Renaissance man”, con un amore intimo per tutte le forme d’arte e una visione “miracolosa” delle scoperte di complementarità o le rivelazioni delle metafore celate dietro i capolavori d’arte. Questo suo disco, frutto della collaborazione tra Rai Trade e il Robert & Carol Morris Center for 21st Century Music della State University of New York a Buffalo, comprende registrazioni effettuate a Roma, Buffalo, New York City, Montevarchi (Arezzo) e Casalecchio di Reno (Bologna), mirabilmente eseguite da interpreti della scena musicale internazionale come Nicholas Isherwood, Magnus Andersson, Roberto Fabbriciani, Lorna Windsor, Tony Arnold, Movses Pogossian, Luca Sanzò, Jean Kopperud, Stephen Gosling, Catarina Domenici (a cui è affidata la title-track) e i gruppi da camera Farben Ensemble e June in Buffalo Contemporary Ensemble, diretti rispettivamente dall’italiano Marco Lena e dall’italo-argentino Christian Baldini. Inoltre, quest’opera contiene quella che probabilmente è l’ultima incisione del noto pianista James Avery, scomparso qualche mese dopo la registrazione di Milagros.