Paolo Benedetto Bellinzani (1680-1757)
Sonate a flauto solo con cembalo o violoncello, Op. III, Venezia, 1720
Citando Michael Talbot una buona formazione contrappuntistica e un talento melodico ricco di ornamenti nelle linee solistiche vocali e strumentali sono le doti riconosciute a Bellinzani già dai contemporanei, e oggi non ci stupisce che qualcuno trovasse la sua musica sacra alquanto profana nell'atmosfera. Per quanto riguarda le opere strumentali, le Sonate dell'opera III e le 12 sonate da chiesa a tre ad imitazione di Arcangelo Corelli, il modello di Bellinzani è senza dubbio Corelli; la genialità compositiva e la trascinante vena melodica delle sonate di Corelli furono esemplari per i compositori contemporanei e successivi e ottennero un successo di dimensione europea. Anche Benedetto Marcello come Bellinzani ne ricalcò lo stile generale e la forma della sonata (come molti altri) e concluse la sua opera con una Ciaccona o una Follia, esattamente come Corelli coronò le sue raccolte di sonate.