TROMBONCINO BARTOLOMEO (1470-1535)
Laudi e lamentazioni
Bartolomeo Tromboncino (Verona ca. 1470 - Venezia post 1535) compare sui testi musicologici soprattutto come compositore di musica profana; a lui e al suo collega Marchetto Cara si deve buona parte della produzione frottolistica nata fra il XV e il XVI secolo sotto gli auspici di Isabella d’Este a Mantova dove entrambi servirono per lungo tempo. L’interesse dei musicologi per la frottola e l’importanza dell’opera di Tromboncino in questo settore hanno concentrato gli studi sulle sue composizioni profane, considerate principalmente in una prospettiva di evoluzione stilistica. Quasi completamente ignorati rimangono invece gli interventi in campo sacro, che condividono peraltro il destino comune a tutta la produzione sacra di autori italiani fra ’4 e ’500, messa in ombra dal preponderante interesse per l’attività dei musicisti fiamminghi. Se si escludono le introduzioni alle edizioni e poco altro non esistono scritti specifici sulle laude di Tromboncino, che si rivelano tuttavia di grande interesse, sia dal punto di vista storiografico sia da quello musicale, per l’alta qualità della scrittura e la particolarità dello stile, che coniuga esperienza frottolistica, tradizione laudistica e conoscenza del contrappunto fiammingo; proprio l’unione di queste componenti consente una grande varietà nella sonorizzazione delle laude e permette di spaziare fra sonorità più piene e altre decisamente cameristiche. La scelta dell’organico per questa incisione nasce dall’esame delle consuetudini musicali presso la corte mantovana da un lato e della prassi tenuta dai cantori di laude delle Scuole Grandi veneziane dall’altro.