Emilio De' Cavalieri (1550ca-1602)
Lamentationes Hieremiæ Prophetae cum Responsoriis Officii Hebdomadæ Maioris
Emilio de’ Cavalieri è oggi ricordato principalmente come compositore della Rappresentatione di Anima, et di Corpo ... per recitar cantando (Roma, Nicolò Muti 1600) e per il suo controverso ruolo nella nascita della cosiddetta monodia accompagnata (dal greco monoidia = canto solistico), o stile recitativo, che si evolve in gran parte nell’ambiente della corte fiorentina alla fine del Cinquecento. Gli esponenti della monodia, lo stile musicale nato alla fine del Cinquecento (da Nino Pirrotta considerato “elemento fondamentale della musica sia vocale che strumentale dal Barocco al Romanticismo”) si servivano in clima di controriforma dell’idea che l’artificiosa costruzione della polifonia e del contrappunto non aveva la capacità di scuotere e commuovere l’ascoltatore, di renderlo cioè partecipe a livello psicologico e affettivo dell’esecuzione musicale. Per la giustificazione teorica costoro facevano riferimento all’autorità dei filosofi antichi: secondo il detto platonico, “la musica altro non essere che la favella e il ritmo et il suono per ultimo, e non per lo contrario. Lo stile monodico fu dunque caratterizzato come “recitativo” (o “rappresentativo”) in quanto suo compito era di proiettare nell’immaginazione dell’ascoltatore azioni o reazioni di uno o due personaggi di una situazione o scena drammatica o patetica. Una componente essenziale di questo stile era l’accompagnamento, chiamato dapprima “basso dell’organo” e poi “basso continuo”, che nacque come un’unica linea concepita in funzione della melodia della voce e intesa a fornirle un opportuno appoggio ritmico e tonale. Numerose e contraddittorie, molte delle testimonianze coeve sulla creazione di questo nuovo stile recitativo nominano Cavalieri.