GIULIO BELLI (1560 ca.-post 1621)
Missa «Tu es pastor ovium», 1599
Questa composizione è un tipico esempio di messa polifonica post-tridentina, la cui struttura prevede lo sviluppo di un tema gregoriano, una elaborazione contrappuntistica rispettosa dell'intelligibilità del testo e un grado di complessità che ne permetta l'esecuzione anche a cantorie di medie capacità. Lo schema adottato da Giulio Belli, dunque, è quello della cosiddetta missa brevis italiana, nella quale si intona polifonicamente l'Ordinario (Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus, Agnus Dei), mentre il Proprio (Introito, Graduale, Alleluia, Offertorio, Comunione) viene eseguito in canto piano. Nel tardo Cinquecento ogni parte della messa risulta così costituita da uno o più mottetti, legati da unità modale e stilistica. Il Kyrie e l'Agnus Dei sono le parti più brevi; hanno uno schema musicale tripartito, che rispetta quello letterario, e sono trattati in stretta condotta imitativa. Generalmente, l'ultimo Agnus Dei ha un numero di voci superiore e spesso contiene dei canoni. Il Sanctus è suddiviso in due sezioni: Sanctus e Benedictus, con l'Hosanna in comune; a volte si trova articolato in tre sezioni (Sanctus, Pleni, Benedictus) e il Benedictus è realizzato con un numero di voci inferiore. Gloria e Credo, le parti più estese, sono composti da più sezioni, delimitate da importanti chiusure cadenzali e contraddistinte dal diverso numero di voci, dal dialogo tra gruppi vocali e dall'alternanza tra episodi omoritmici e contrappuntistici.