Sei Sonate per Clavicembalo

Nell’eseguire le “Sei Sonate per il clavicembalo” di Antonio Ferradini è indispensabile ricordare che l’autore si inserisce nella poetica dello «Stile Galante», il linguaggio musicale settecentesco che, attraverso un’espressività sempre più sentimentale «porta allo scioglimento dell’unitarietà barocca, al contrasto di espressioni, […] e finalmente al «grazioso» come ambizione ultima del comporre».
In tutte le sonate si trovano passaggi patetici, temi contrapposti e riproposti, intuizioni pre-romantiche nello stile della «Sensibilità» che enfatizza l’espressione delle passioni dell’anima.
Gli «affetti» prediletti da Ferradini sono la delicatezza, il languore e la tenerezza, ed è richiesto all’esecutore di avvalersi della libertà ritmica del Tempo Rubato per rappresentarli.
La malinconia non è tuttavia il solo tratto rappresentativo: allegri “con brio” in cui scale ed arpeggi scorrono con eleganza, si alternano agli adagi e le asperità tecniche sono proposte sempre con grazia e leggerezza.