PETRASSI GOFFREDO

L’interesse di Goffredo Petrassi per la chitarra non si è risolto, come è capitato sovente ad alcuni grandi compositori del Novecento, in un unico pezzo d’occasione o magari in un’occasione perduta.
Al contrario, da un determinato periodo in avanti, quest’interesse si è tramutato in predilezione.
La chitarra è finita così per diventare uno degli alfieri di una sperimentazione tutta personale che Petrassi, per sua stessa ammissione, fece partire più o meno dal biennio 1957-58, ossia dal Quartetto per archi e dalla Serenata per cinque esecutori (flauto, viola, contrabbasso, clavicembalo e percussione).
È proprio la Serenata che, secondo le parole del compositore, «segna […] il passaggio da un prima a un dopo», e questo dopo, sempre nelle parole di Petrassi, consiste «prima di tutto nell'abbandono di temi o di possibilità tematiche che risultino riconoscibili; non esiste più niente di simile.
Ci possono essere delle movenze, dei simboli che possono anche ripetersi, ma non in un senso tematico, non nel senso di una riconoscibilità.
C'è poi un notevole sviluppo della pratica virtuosistica dei singoli strumenti, e per consolidare questo nuovo approdo dovevo cominciare con la musica da camera, perché dovevo saggiare in una piccola dimensione quelle che erano le mie possibilità».
Allora non è forse un caso che il consolidamento del nuovo modus operandi di Petrassi avvenga in quel biennio — e in quella direzione — tramite il progressivo assottigliamento delle forze messe in campo: un quintetto, quindi un Trio per archi e infine una chitarra sola.
Una sorta di ideale punto d’arrivo, seppure temporaneo.
E forse non è nemmeno un caso che tale assottigliamento fonico veda come protagonista eccellente il suono puntiforme, evanescente, rarefatto, talvolta impalpabile di uno strumento che, quale contropartita per la sua discrezione, possiede, all’opposto, multanimi caratteri timbrici quanto virtuali possibilità polifoniche.
Una piccola orchestra in miniatura, sovente è stato detto, anche da musicisti di diverso orientamento (due nomi su tutti: Andrés Segovia e Hans Werner Henze).
Nasce così nel 1959 Suoni notturni, un brano scritto in risposta a una commissione dell’editore Ricordi che intendeva pubblicare un’antologia di musica per chitarra di autori contemporanei.

Tracklist

Disco n.1
Petrassi, Goffredo
Suoni Notturni
  1 - Suoni Notturni (6:07)
Seconda Serenata-Trio
  2 - Seconda Serenata-Trio (13:22)
Nunc
  3 - Nunc (8:25)
Alias
  4 - Alias (10:10)
Canti della Campagna Romana (arr. A. Colone for voice, mandolin, harp and guitar)
  5 - No. 1. Le Stelle De Lu Cielo (1:20)
  6 - No. 2. Butta Le Reti A Mmare (1:16)
  7 - No. 3. Amore Meo (1:16)
  8 - No. 4. Fescennino (1:32)
  9 - No. 5. Fiore D'ajetto (1:29)
  10 - No. 6. Fiore De Lino (1:31)
  11 - No. 7. E Lo Mio Amore (1:13)
  12 - No. 8. Bella Fatte Chiama (1:34)
  13 - No. 9. Sonno Sonno (3:09)
  14 - No. 10. Le Ventriquattr'ore (1:14)
  15 - No. 11. M'affaccio Alla Finestra (1:09)
  16 - No. 12. Ninna Nanna (1:30)
  17 - No. 13. S'e Fatta Notte (1:08)
 
  • Compositore: PETRASSI GOFFREDO
  • Esecutori: Angelo Colone, chitarra · Corrado de Bernart, clavicembalo · Sonia Maurer, mandolino e chitarra · Patrizia Carciani, arpa · Massimo De Lorenzi, chitarra acustica · Laura Pugliese, soprano
  • Periodo storico: Novecento storico
  • Codice: TC 901601
  • Edizione: SETTEMBRE 2007
  • Barcode: 8007194104141
  • Set: 1
  • Numero tracce: 17
  • Durata totale: 00:57:25

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